Shakespeare, Ibsen e Dostoevskij by 0564

Shakespeare, Ibsen e Dostoevskij by 0564

autore:0564 [0564]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:13:55.938000+00:00


Kroll: Ma, mia cara... perché si agita così? Mi spaventa davvero. Che cosa debbo credere? Che cosa debbo pensare?

Rebekka: Nulla. Non ha nulla da credere né da pensare.

Kroll: Ma allora deve proprio spiegarmi perché s’è presa tanto a cuore questa... questa possibilità.

Rebekka (riprendendosi): È molto semplice, signor rettore. Non ho la minima voglia di passare per una figlia illegittima.

L’enigma nel comportamento di Rebekka consente una sola spiegazione. La notizia che il dottor West può essere suo padre è il colpo più grave che potesse ricevere, poiché non era stata soltanto la figlia adottiva di quest’uomo, ma anche la sua amante. Quando Kroll aveva cominciato a parlare, ella aveva creduto che volesse alludere a questi rapporti e molto probabilmente li avrebbe giustificati appellandosi alla propria libertà di idee. Ma il rettore era ben lontano da questo pensiero; non sapeva niente della relazione amorosa col dottor West, così come lei ignorava che fosse suo padre. Ella non può avere in mente altro che questo rapporto amoroso quando, nel suo ultimo rifiuto a Rosmer, adduce come pretesto un passato che la rende indegna di diventare sua moglie. Probabilmente, se Rosmer avesse voluto sentir parlare di quel passato, essa gli avrebbe confessato soltanto metà del suo segreto e ne avrebbe taciuto la parte più grave.

Ma ora comprendiamo facilmente che questo passato deve apparirle l’impedimento più grave al loro matrimonio, il più grave... delitto.

Dopo aver appreso di essere stata l’amante del padre, Rebekka si abbandona al senso di colpa, che ora esplode violentemente in lei. Con la confessione davanti a Rosmer e Kroll, ove si attribuisce il marchio di assassina, rinuncia definitivamente alla felicità verso cui si era aperta la via con il delitto e si prepara alla partenza. Ma il vero motivo del senso di colpa che la pone in crisi nel momento del successo rimane segreto. Abbiamo veduto come si tratta di ben altro che non l’atmosfera di Rosmersholm e l’influenza moralizzatrice di Rosmer.

Chi ci abbia seguiti fin qui non mancherà di avanzare un’obiezione che può giustificare alcuni dubbi. Il rifiuto iniziale di Rebekka alle proposte di Rosmer avviene prima della seconda visita di Kroll, cioè quando ancora non sa della sua origine illegittima e dell’incesto, almeno se abbiamo ben compreso il drammaturgo. Tuttavia questo primo rifiuto è energico e fatto seriamente. Il senso di colpa che le impone di rinunciare al frutto delle sue azioni è efficace già prima che essa venga a conoscenza del suo crimine principale; e se noi ammettiamo tutto questo, dobbiamo forse escludere del tutto l’incesto come fonte di quel senso di colpa.

Finora abbiamo considerato Rebekka West come una persona viva e non come una creazione della fantasia di Ibsen, guidata sempre da una intelligenza estremamente critica. Possiamo perciò tentare di mantenere la stessa posizione occupandoci dell’obiezione che è stata avanzata. L’obiezione è valida: la coscienza si era in parte risvegliata in Rebekka già prima che sapesse dell’incesto. Niente ci impedisce di considerare responsabile di questa trasformazione l’influsso che la stessa Rebekka riconosce e indica. Ma questo non ci esime dal riconoscere il secondo motivo.



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